Da non mancare, visti i referenti: banca, polizia postale, tecnici, economi. Tutti in una volta 😉
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… i bitcoin Sono l’esperanto della valuta
Pubblichiamo integralmente (qui il PDF) un articolo di venerdì 30 settembre del Corriere del Trentino sul meet-up di Rovereto, organizzato dal team di Inbitcoin, con i quali ci complimentiamo in particolar modo per la definizione del bitcoin di “esperanto“.
Comparazione di facile comprensione, congrats 😉
BVT
Rovereto «capitale» dei bitcoin «Sono l’esperanto della valuta» Ieri l’aperitivo informatico: «Così si bypassa il sistema tradizionale» Corriere del Trentino, 30 Sep 2016. servizio di Martina Dei Cas.
TRENTO «I bitcoin sono l’esperanto della valuta» spiega Simone, uno dei 30 partecipanti al Bitcoin Meetup, l’aperitivo informativo su questa moneta elettronica svoltosi ieri al Bar Mani al Cielo di Rovereto. Il titolare Gianpaolo Rossi racconta: «Usare i bitcoin significa bypassare il sistema bancario tradizionale perché questa moneta viene generata in rete, senza bisogno di un ente centrale di emissione. Nessuna autorità può bloccare i trasferimenti e non c’è il rischio di svalutazione. Da quando, nel gennaio 2015, ho attivato il bancomat bitcoin qui al bar, ho ampliato il mio giro d’affari. I bitcoin sono una moneta per tutti, dai ragazzi che ci si pagano la colazione ai pensionati che li investono sul mercato dei capitali come fossero azioni. Io per esempio ci ho comprato un telefono».
Dai servizi di telefonia all’estetista, passando per l’ottico o il ristorante, sono infatti in molti ad accettare questi pagamenti elettronici, soprattutto a Rovereto, la città italiana con il maggior numero di esercizi commerciali bitcoin abilitati, tanto che Marco Amadori ha pensato di fondare proprio qui Inbitcoin, una start up che oggi offre servizi per le aziende, applicazioni per i consumatori e prodotti finanziari, con 18 soci e due sedi distaccate a Milano e Pordenone. «Un consiglio per i neofiti? — sorride Amadori — Investire tanto tempo e poco denaro, per capire i meccanismi di questo mondo virtuale e soprattutto utilizzare solo i canali bitcoin ufficiali. Negli ultimi anni stanno fiorendo una serie di siti fotocopia non autorizzati, ma lì le transazioni non sono sicure».
Giorgio, che elabora software a Brescia, lo interrompe: «Quando questa moneta è nata, nel 2009, si poteva comprare per 5 euro. Oggi invece un bitcoin ne vale quasi 550 e il mercato è così esteso da far sì che tra le aziende che operano nel settore non si crei concorrenza, quanto piuttosto un network pronto a collaborare per garantire una migliore innovazione».
Anche Nicola, di Villalagarina, nei bitcoin crede profondamente, tanto da averli usati come regalo di Natale per papà Bruno che racconta entusiasta: «Fino a pochi mesi fa non avevo neanche il telefono col vetro (lo smartphone, ndr) e adesso addirittura lo uso per pagarmi il caffè».
Alessandro di Milano su questo sistema monetario alternativo sta scrivendo la tesi di laurea in ingegneria gestionale, mentre Martino di Ala lo usa per comprare fumetti in Nuova Zelanda, ma la storia forse più curiosa è quella di Paolo, titolare di un banco di formaggi al mercato di Bolzano: «Da quando, a febbraio, mi sono munito di bancomat bitcoin, non ho più problemi con i clienti stranieri, perché questa valuta è universale e non necessita del gravoso sistema dei cambi».