La news è importante per il nostro Team e ne scriviamo nel blog (cosa che non facciamo da un pò di tempo…)
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Articles posted by BTC-Davide
Carrefour della GDO traccia i polli con la blockchain…
Linkiamo un articolo che descrive, probabilmente, il primo utilizzo “reale” di una blockchain (forse privata? è veramente una blockchain?) nel settore dell’industria alimentare. Se son fiori…
Carrefour Italia sperimenta la blockchain per gli alimentari: si comincia da pollo e agrumi
BVT
blockchain, carrefour, polliBitcoin oltre 4000 euro!
Con il bitcoin che supera quota 4000 euro non potevamo esimerci dal postare il nostro entusiasmo verso questa tecnologia che sta realmente rivoluzionando l’approccio alla moneta ed al denaro in generale, ma non solo…
Ringraziamo quanti ci hanno chiamato chiedendoci informazioni e consigli per entrare nell’appassionante mondo delle criptomonete e confermiamo il nostro impegno nel fornire supporto e consulenza a quanti in futuro abbracceranno la filosofia “bitcoiners” 😉
“La valuta di maggior pregio è la Fiducia, generata dalla Reputazione”
BitcoinVenetoTeam
bitcoin 4000 euro, bitcoin venetoBitcoin è un servizio finanziario e una moneta? Si, secondo il Tribunale di Verona
Leggiamo dal sito Dirittobancario.it che il bitcoin…” il Tribunale ha ritenuto che il rapporto in forza del quale due parti concludono on-line un contratto di cambio di valuta reale con «bitcoin» integra un servizio finanziario, nella misura in cui il bitcoin è – rileva il collegio, a sua volta richiamandosi a un contributo dottrinale sul tema – «uno “strumento finanziario utilizzato per compiere una serie di particolari forme di transazioni online” costituito da “una moneta che può essere coniata da qualunque utente ed è sfruttabile per compiere transazioni, possibili grazie ad un software open source e ad una rete peer to peer». “
Bell’inizio 😉
BVT
bitcoin, legge, moneta legaleRiflessioni: l’India senza contanti
Oggi, dopo un periodo di riflessione, vogliamo dedicarci ad evidenziare alcuni concetti e passaggi di un lungo articolo sul tema bitcoin, oro digitale, opportunità di investimento e contanti. E diamo a Cesare quel che è di Cesare indicando i link dove trovare l’articolo originale ed integrale: La lotta al Contante, dal sito di Norbert Häring, pubblicato il 1 Gennaio 2017, nella traduzione di Margherita Russo.
La notizia, non nuova, della salita “to the moon” del valore del bitcoin, quasi il 25.000% dal 2001 ad oggi fa correre subito il pensiero a chi ha avuto l’estro, la lungimiranza, l’accortezza o solo la fortuna di imbattersi in questa tecnologia rivoluzionaria ai suoi esordi, guadagnando così circa 250 volte il valore dell’investimento. Chissà quanti milionari. Invece gran parte delle persone stanno ancora lontane da bitcoin e sottostante tecnologia blockchain per la scarsa familiarità con l’informatica, con l’inglese e forse con la voglia di rischiare.
Ma ormai bitcoin non si può disinventare, è maturo come valuta (esiste da inizio 2010) e non viene più solamente indicato come moneta per delinquenti e spacciatori di droga dato che anche i grossi gruppi bancari si stanno interessando a bitcoin e blockchain e questo aiuta la diffusione e la presa di coscienza della sua validità da parte di quella fetta di popolazione che non legge molto ma guarda molta TV e telegiornali, media solitamente più interessati a notizie che facciano clamore che a vera diffusione di informazione ma tant’è, a caval donato…
Oramai i punti principali di vantaggio nel conoscere questa tecnologia si possono riassumere brevemente:
– bitcoin e blockchain sono sempre più utilizzati sia da persone comuni che da aziende che per i più svariati motivi traggono o pensano che trarranno vantaggio da questa tecnologia e le transazioni giornaliere si attestano attorno a 300.000 (fonte: blockchain.info). Se ne deduce che oltre ai chiari scopi speculativi, aziende e persone usano i bitcoin come semplice moneta di scambio, per comprare prodotti e servizi e se l’adozione cresce, anche il valore dovrebbe (condizionale d’obbligo) crescere.
Mappe spesso aggiornate che indicano le aziende che accettano bitcoin sono Quibitcoin.it o Coinmap.org (mondiale) senza contare (ma non dimenticando) che anche grandi aziende come Expedia o la più famosa e non a scopo di lucro Wikipedia.
Quindi con bitcoin si possono comprare tranquillamente viaggi, biglietti e prodotti digitali ma per restare più localizzati in Italia anche carburante, un’auto usata o i servizi di un carrozziere o di un commercialista o fare la spesa semplicemente pagando con una carta che si ricarica con bitcoin e che quando si striscia converte in euro e paga simultaneamente, scongiurando per entrambi gli attori (cliente e commerciante) il pericolo di un’eventuale -in via di stabilizzazione costante- volatilità del valore del btc. Per una valuta poco più vecchia di 7 anni è un ottimo risultato.
– bitcoin come bene rifugio diventa appetibile via via che cresce la fiducia verso questi nuovi tipi di valute digitali (si, esistono molte altre monete elettroniche, un elenco non esaustivo lo trovi su Coinmarketcap.com) e se per secoli l’oro è stato il bene rifugio per eccellenza, per difendersi da inflazione e crolli di economie varie, nel nuovo millennio vediamo affacciarsi sempre più investitori che cercano (e trovano nel bitcoin) un nuovo assett, completamente digitale, facilmente trasferibile, esente da inflazione e da manipolazioni di Governi, Banche Centrali, gruppi di poteri forti, etc.
– contrariamente a quanto si legge e si vede su più canali di informazione, non è necessario essere degli scienziati informatici per comprare, spendere o mettere al sicuro i propri bitcoin, nemmeno per chi è alle prime armi con PC e internet. Bastano semplici strumenti già di uso comune (almeno in Europa) come uno smartphone, magari un conto corrente o una carta di credito, anche ricaricabile per comprarli et voilà, il gioco è fatto.
I siti dove comprare bitcoin sono molteplici, anche italiani così come italiani sono i servizi per la gestione dei cosiddetti wallet, i portafogli digitali dove tenere i propri bitcoin e da usare anche per pagare prodotti o servizi, ad esempio Greenaddress, Melis.io lanciato a dicembre 2016 e Altana, terzo (ma solo in ordine cronologico) lanciato in versione test la notte del 22 dicembre 2016 dal team di InBitcoin.
Una società priva di contanti? I possibili scenari dipinti dall’articolo di Häring mostrano un drammatico disegno globale, segnalando che “dall’inizio di novembre, senza alcun preavviso, il governo indiano ha dichiarato fuori corso le due banconote di taglio più alto, abolendo così di fatto oltre l’80 per cento del valore della moneta in circolazione. In mezzo al trambusto e all’indignazione che ne sono scaturiti, nessuno sembra aver fatto caso al ruolo giocato da Washington nella vicenda. Il che è abbastanza sorprendente, visti i pochi sforzi fatti per dissimularlo.” Il fine dichiarato, nemmeno in modo propriamente velato, è finalizzato a limitare l’uso del contante a favore dei pagamenti digitali in India e, a crescere, anche a livello globale.
Annunciando a novembre che le due banconote di maggior valore NON potevano più essere utilizzate per i pagamenti, con effetto quasi immediato, il Primo Ministro Narendra Modi ha di fatto congelato l’economia di base per la popolazione indiana che, è bene ricordare, per circa la metà non ha un conto corrente bancario e non trova nemmeno nelle vicinanze uno sportello bancario. Conseguenza diretta: penuria di contanti, banche soggette a rigorose restrizioni circa le disponibilità agli sportelli e ai bancomat, impossibilità di comprare cibo, medicinali e beni di prima necessità, truffe e caos, placatosi a fine dicembre 2016 con la conta dei morti (MORTI) ferma a 55.
Il fatto che poi l’United States Agency for International Development (USAID ossia l’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale deputata a fornire aiuti umanitari ai Paesi bisognosi) avesse ad Ottobre 2016 annunciato l’introduzione di “Catalyst, Partnership globale per i pagamenti cashless“, al fine di indurre un salto quantico nei pagamenti, che rappresenta la fase più avanzata nella partnership fra USAID ed il Ministero delle Finanze per facilitare l’integrazione finanziaria universale” crea non pochi dubbi sulla trasparenza dell’operazione.
Un passaggio integrale dell’articolo di Häring (ringraziamo per la traduzione Margherita Russo) dà la stura ad ulteriori ragionamenti: “una lettura delle dichiarazioni a posteriori rende ovvio che Catalyst, e la partnership tra USAID ed il Ministero delle Finanze indiano dalla quale è scaturito Catalyst, non sono che operazioni di facciata utilizzate per preparare, senza destare troppi sospetti, un attacco a tutti gli indiani che utilizzano i contanti. La stessa parola Catalyst suona molto più inquietante, se si tiene conto di ciò che è successo il 9 novembre. Il responsabile per l’incubazione del progetto Catalyst è Alok Gupta, precedentemente amministratore delegato del World Resources Institute di Washington, di cui USAID è uno degli sponsor principali. È anche stato uno dei primi membri del team che ha sviluppato Aadhaar, l’orwelliano sistema di identificazione biometrica. Secondo un’indagine dell’Indian Economic Times, USAID si è impegnata a finanziare Catalyst per tre anni. L’importo è tenuto segreto. Prima di essere nominato AD diCatalyst, Badal Malick è stato Vice Presidente di Snapdeal, la più importante piattaforma di e-commerce in India. Malick ha così commentato:“La missione di Catalyst è risolvere i molteplici problemi di coordinazione che hanno impedito la penetrazione dei pagamenti digitali tra i commercianti e consumatori a basso reddito. Confidiamo di poter creare un modello sostenibile e replicabile…”
Esiste(va) inoltre uno studio riguardante il difficile rapporto indiani-moneta elettronica, studio eliminato dalla lista dov’era presente (comunicati stampa USAID), dal titolo “Beyond Cash”, studio che per poter apparire corretto ed avere campo libero nello sfruttamento dell’effetto sorpresa parlavano di un esperimento su scala ridotta regionale. Esperimento ampliato di fatto a tutta l’India, consistente nel “devastare temporaneamente l’ecosistema – contante per poi gradatamente prosciugarlo, limitando la disponibilità di contante delle banche per i clienti.”
Non essendo (io) in grado di riassumere fatti e considerazioni così importanti, riprendo integralmente l’articolo di Häring: “I commercianti ed i consumatori sono chiusi in ecosistemi basati sui contanti, che frenano il loro interesse” nei pagamenti digitali, recita il rapporto. Dato che pochi esercenti accettano i pagamenti digitali, pochi consumatori sono interessati ad usarli, e poiché pochi consumatori usano i pagamenti digitali, pochi esercenti sono interessati ad adottarli. Dal momento che le banche ed i fornitori di servizi di pagamento applicano commissioni per l’uso dei dispositivi o anche solo per tracciare i pagamenti digitali, è necessario un forte impulso esterno al fine di ottenere un livello di diffusione delle carte tale da renderle reciprocamente convenienti come modalità di pagamento per entrambe le parti. “L’obiettivo è di prendere in considerazione una città ed incrementare i pagamenti digitali di 10 volte nell’arco da sei a 12 mesi,” ha dichiarato Malick meno di quattro settimane prima che gran parte del contante fosse abolito in tutta l’India. Per non essere limitati nei loro preparativi in una sola città, il rapporto Beyond-Cash e Catalyst continuavano a parlare di una serie di regioni da prendere in considerazione, in apparenza per poter poi decidere quale fosse la migliore città o regione per l’esperimento. Solo a novembre è stato chiaro che l’intera India sarebbe stata la regione-cavia per una campagna globale volta a sbarazzarsi del contante. Leggendo con il senno di poi una dichiarazione rilasciata dall’Ambasciatore Jonathan Addleton, Direttore della Missione USAID in India quattro settimane prima, diventano chiare le sue velate allusioni a quanto sarebbe seguito: “L’India è all’avanguardia delle iniziative globali per digitalizzare le economie e creare nuove opportunità economiche che raggiungano le popolazioni più difficili da raggiungere. Catalyst sosterrà queste iniziative focalizzandosi sulla sfida per rendere cashless gli acquisti quotidiani .”
Letto questo fondamentale e, aggiungiamo, drammatico passaggio, l’articolo ci fornisce anche un elenco non esaustivo di chi ha spinto l’operazione indiana: “Oltre 35 organizzazioni chiave indiane, americane ed internazionali sono associate al Ministero delle Finanze e a USAID per questa iniziativa.” Sul sito cashlesscatalyst.org si può vedere che trattasi prevalentemente di fornitori di servizi informatici di pagamento che contano di lucrare sui pagamenti digitali o sulla relativa gestione dei dati degli utenti. Molti sono veterani di quella che un alto funzionario della Deutsche Bundesbank ha chiamato la “guerra al contante delle istituzioni finanziarie”. Fra queste l’Alleanza Better Than Cash, la Gates Foundation (Microsoft), Omidyar Network (eBay), la Dell Foundation, Mastercard, Visa, la Metlife Foundation.”
“…l’Alleanza Better Than Cash, di cui USAID fa parte, fondata nel 2012 per limitare il contante su scala globale… … questa agenzia dell’ONU, piccola ed alquanto povera di fondi, ha avuto la fortuna di poter vantare in uno dei due anni precedenti la Gates Foundation e nell’altro la Mastercard Foundation fra i suoi donatori più munifici.”
“…I membri dell’Alleanza sono grandi istituzioni americane che trarrebbero grandi vantaggi dalla limitazione del contante… …l’iniziativa ed il programma Catalyst appaiono come una mera estensione dell’Alleanza Better Than Cash, con l’aggiunta di organizzazioni indiane ed asiatiche fortemente interessate a vedere una sostanziale diminuzione dell’uso del contante.”
Saltiamo per comodità un paragrafo indicante nomi a vario titolo coinvolti nella questione (che puoi comunque leggere nell’articolo integrale su Vocidallestero.it) e passiamo agli effetti, come detto devastanti, dell’abolizione, di fatto, di gran parte della valuta in contanti circolante in India: “a nessuno che fosse coinvolto da vicino nella faccenda poteva essere sfuggito che ciò avrebbe provocato un periodo estremamente difficile di caos, specialmente per la maggior parte degli indiani poveri delle campagne, falsamente designati come gli ipotetici beneficiari della campagna di integrazione finanziaria. USAID ed i suoi partner avevano analizzato a fondo la situazione e nel rapporto Beyond-Cash si poteva leggere che il 97% delle transazioni erano condotte in contanti e che solo il 55% degli indiani erano titolari di un conto in banca. Sapevano anche che persino tra questi ultimi “solo il 29% lo aveva utilizzato negli ultimi tre mesi”. Dato questo per scontato, era inevitabile che abolire improvvisamente gran parte del contante avrebbe causato gravi problemi, anche di sopravvivenza, a molti piccoli commercianti e produttori, così come a molte persone che vivono in aree remote sprovviste di banche. Quando il disastro è successo, è stato chiaro quanto falsa fosse sempre stata la chimera dell’integrazione finanziaria grazie alla digitalizzazione dei pagamenti e alla limitazione del contante. Molto semplicemente, nessun mezzo di pagamento può competere con il contante nel permettere a chiunque di agire nel mercato senza ostacoli. Ma per Visa, Mastercard e gli altri fornitori di servizi di pagamento, poco sensibili a questi problemi di sopravvivenza delle masse cenciose, l’assalto al contante si risolverà verosimilmente in un gran successo, aumentando progressivamente i pagamenti digitali nel “teatro di prova”. Dopo tutto questo caos e le perdite che hanno dovuto subire, gli imprenditori che possono ancora permetterselo probabilmente faranno in modo di poter accettare pagamenti digitali in futuro. Mentre i consumatori, con le attuali restrizioni delle quantità di contante che possono prelevare dalle banche, utilizzeranno tutte le opportunità di pagare con le carte elettroniche (e noi aggiungiamo: auspichiamo inizieranno ad utilizzare bitcoin come contante digitale, dato che sarebbe sufficiente dotarsi di un cellulare, anche di base e low-cost per gestire i fondi, come stanno facendo moltissimi africani e molte nazioni del Sudamerica con economia al collasso, vedi Venezuela e i suoi bolivar ) a tutto beneficio di Visa, Mastercard, e degli altri membri dell’Alleanza Better Than Cash.
L’ultimo passaggio dell’articolo, forse il più importante e chiarificatore: “Gli interessi commerciali delle imprese americane, che dominano i sistemi informatici dei commerci e dei pagamenti, sono uno dei fondamentali motivi per lo zelo mostrato dal governo USA nello spingere per la riduzione del contante a livello globale, ma non sono certamente l’unico motivo, né probabilmente il più importante. Il potere di supervisione e di controllo che consegue all’espansione dei pagamenti digitali è un’altra ragione. I servizi segreti americani, insieme alle aziende di IT, possono rilevare tutti i pagamenti internazionali fatti attraverso banche e monitorare gran parte del flusso generale dei dati digitali. I dati di carattere finanziario sono generalmente i più significativi e preziosi.
Più importante ancora, lo status del dollaro come valuta mondiale di riferimento, ed il predominio delle imprese statunitensi nella finanza internazionale, assicurano al governo USA un enorme potere su tutti gli operatori del sistema finanziario formale senza contanti. Un potere tale da spingere persino alla prevalenza del diritto americano su quello locale o internazionale. Il giornale tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung ha recentemente pubblicato un articolo agghiacciante che spiega come funziona. Gli impiegati di una società di factoring tedesca, che svolgeva attività perfettamente legali in Iran, si sono ritrovati inclusi in una lista di terroristi degli Stati Uniti, il che ha significato essere tagliati fuori da buona parte delle transazioni finanziarie, e persino le imprese di traslochi si sono rifiutate di trasportare i loro mobili. Un’importante banca tedesca, dietro pressioni USA, è stata obbligata a licenziare numerosi impiegati che non avevano fatto nulla di improprio o illegale.
Gli esempi potrebbero continuare. Qualsiasi banca attiva nel mercato internazionale è soggetta al ricatto di essere costretta dal governo degli Stati Uniti a seguirne le direttive, dal momento che una revoca della licenza di operare negli Stati Uniti, o in dollari, praticamente equivale a chiuderla. Basti pensare a Deutsche Bank, che ha dovuto negoziare con il Tesoro americano per mesi se pagare una multa di 14 miliardi di dollari, e quindi certamente fallire, o cavarsela con sette miliardi e sopravvivere. Quando si ha il potere di far fallire le più grandi banche anche di grandi paesi, si ha automaticamente potere anche sui loro governi. Il potere dato dal controllo quasi esclusivo del sistema finanziario ed i relativi dati esiste già. Meno contante c’è in circolazione, più il controllo diventa esteso e saldo, poiché il contante è la via principale per evadere tale potere.”
Chiudiamo il post con due famose citazioni:
- Meno male che la popolazione non capisce il nostro sistema bancario e monetario perché, se lo capisse, credo che prima di domani scoppierebbe una rivoluzione. (Henry Ford)
- Permettetemi di emettere e gestire la moneta di una nazione, e me ne infischierò di chi ne fa le leggi. (Mayer Anselm Rothschild)
Commenti benvenuti (dopo aver letto tutto l’articolo però…)
BVT
bitcoin, cashless, guerra al contante, indiaUpdate condizioni servizi BVT, ottobre 2016
AGGIORNAMENTO CONDIZIONI SERVIZI BITCOINVENETOTEAM, OTTOBRE 2016:
BitcoinVenetoTeam ha deciso di richiedere OBBLIGATORIAMENTE di scaricare, compilare, firmare e rimandare via email una manleva da responsabilità per l’utilizzo di nostri servizi che il cliente dovesse fare in autonomia una volta esaurito il servizio pattuito con il BitcoinVenetoTeam. Di seguito il link al documento da scaricare integralmente QUI, in formato PDF.
In caso si volesse procedere a denunciare GLI IGNOTI che vi hanno infettato il computer potete scaricare da Assob.it (link diretto al PDF) un fac-simile di denuncia, da presentare alle autorità competenti.
BVT
bitocin veneto, ransomwareSvizzera e Bitcoin, che matrimonio :-)
Dopo essere stata la prima Nazione ad accettare Bitcoin come metodo per pagare le tasse (link all’articolo del Sole24Ore), dall’11 novembre 2016 in Svizzera si possono comprare Bitcoin presso tutte le biglietterie automatiche delle stazioni ferroviarie: grandi!
Congrats 😉
BVT
acquisto bitcoin, ATM bitcoin, ferrovie svizzere… i bitcoin Sono l’esperanto della valuta
Pubblichiamo integralmente (qui il PDF) un articolo di venerdì 30 settembre del Corriere del Trentino sul meet-up di Rovereto, organizzato dal team di Inbitcoin, con i quali ci complimentiamo in particolar modo per la definizione del bitcoin di “esperanto“.
Comparazione di facile comprensione, congrats 😉
BVT
Rovereto «capitale» dei bitcoin «Sono l’esperanto della valuta» Ieri l’aperitivo informatico: «Così si bypassa il sistema tradizionale» Corriere del Trentino, 30 Sep 2016. servizio di Martina Dei Cas.
TRENTO «I bitcoin sono l’esperanto della valuta» spiega Simone, uno dei 30 partecipanti al Bitcoin Meetup, l’aperitivo informativo su questa moneta elettronica svoltosi ieri al Bar Mani al Cielo di Rovereto. Il titolare Gianpaolo Rossi racconta: «Usare i bitcoin significa bypassare il sistema bancario tradizionale perché questa moneta viene generata in rete, senza bisogno di un ente centrale di emissione. Nessuna autorità può bloccare i trasferimenti e non c’è il rischio di svalutazione. Da quando, nel gennaio 2015, ho attivato il bancomat bitcoin qui al bar, ho ampliato il mio giro d’affari. I bitcoin sono una moneta per tutti, dai ragazzi che ci si pagano la colazione ai pensionati che li investono sul mercato dei capitali come fossero azioni. Io per esempio ci ho comprato un telefono».
Dai servizi di telefonia all’estetista, passando per l’ottico o il ristorante, sono infatti in molti ad accettare questi pagamenti elettronici, soprattutto a Rovereto, la città italiana con il maggior numero di esercizi commerciali bitcoin abilitati, tanto che Marco Amadori ha pensato di fondare proprio qui Inbitcoin, una start up che oggi offre servizi per le aziende, applicazioni per i consumatori e prodotti finanziari, con 18 soci e due sedi distaccate a Milano e Pordenone. «Un consiglio per i neofiti? — sorride Amadori — Investire tanto tempo e poco denaro, per capire i meccanismi di questo mondo virtuale e soprattutto utilizzare solo i canali bitcoin ufficiali. Negli ultimi anni stanno fiorendo una serie di siti fotocopia non autorizzati, ma lì le transazioni non sono sicure».
Giorgio, che elabora software a Brescia, lo interrompe: «Quando questa moneta è nata, nel 2009, si poteva comprare per 5 euro. Oggi invece un bitcoin ne vale quasi 550 e il mercato è così esteso da far sì che tra le aziende che operano nel settore non si crei concorrenza, quanto piuttosto un network pronto a collaborare per garantire una migliore innovazione».
Anche Nicola, di Villalagarina, nei bitcoin crede profondamente, tanto da averli usati come regalo di Natale per papà Bruno che racconta entusiasta: «Fino a pochi mesi fa non avevo neanche il telefono col vetro (lo smartphone, ndr) e adesso addirittura lo uso per pagarmi il caffè».
Alessandro di Milano su questo sistema monetario alternativo sta scrivendo la tesi di laurea in ingegneria gestionale, mentre Martino di Ala lo usa per comprare fumetti in Nuova Zelanda, ma la storia forse più curiosa è quella di Paolo, titolare di un banco di formaggi al mercato di Bolzano: «Da quando, a febbraio, mi sono munito di bancomat bitcoin, non ho più problemi con i clienti stranieri, perché questa valuta è universale e non necessita del gravoso sistema dei cambi».
Ecco perché la blockchain cambierà il mondo
Riportiamo integralmente un articolo tradotto da Il portico dipinto.it, che a nostro avviso spiega molto chiaramente cosa sta affacciandosi nel mondo della finanza, e non solo… a voi i commenti (dopo averlo letto tutto, però).
Articolo tradotto dall’originale: Articolo originale: Here’s Why Blockchains Will Change the World, Don Tapscott & Alex Tapscott, Fortune, 8 maggio 2016
Ecco perché la blockchain cambierà il mondo, di Don Tapscott & Alex Tapscott
“Nel 1981 gli inventori stavano cercando di risolvere i problemi della privacy su Internet, la sicurezza, e l’inclusione della crittografia. Non importa quanto essi riprogettassero il processo, vi erano sempre scappatoie a causa del coinvolgimento di terzi. Pagare con carte di credito su Internet non era sicuro, perché gli utenti dovevano rivelare troppi dati personali, e le spese di transazione erano troppo alte per i piccoli pagamenti. Nel 1998 Nick Szabo scrisse un breve articolo intitolato “The God Protocol.” Szabo rifletté sulla creazione del miglior protocollo di tecnologia, uno che designasse Dio come ente terzo di fiducia nel mezzo di tutte le transazioni. Il suo punto era forte: fare affari su Internet richiede un atto di fede.
Un decennio più tardi, nel 2008, il settore finanziario globale è andato in crisi. Satoshi Nakamoto — che può o non può essere un imprenditore australiano di nome Craig Wright — ha delineato un nuovo protocollo per un sistema di denaro elettronico peer-to-peer utilizzando una criptovaluta, o moneta digitale, chiamata Bitcoin. Le criptovalute sono diverse dalle valute tradizionali fiat, perché non vengono create o controllate dagli stati. Questo protocollo ha stabilito una serie di regole — sotto forma di calcoli distribuiti — che assicura l’integrità dei dati scambiati tra miliardi di dispositivi, senza passare attraverso una terza parte di fiducia. Questa invenzione ha acceso una scintilla che ha elettrizzato, terrorizzato, o comunque catturato l’immaginazione del mondo informatico e si è diffusa a macchia d’olio in tutto il mondo.
Marc Andreessen, co-creatore del primo browser commerciale Web, Netscape, e grande investitore in progetti tecnologici, ne è rimasto esterrefatto. “Questa è la rete di fiducia distribuita che Internet aveva sempre voluto e non era mai riuscito ad ottenere.”
Oggi le persone premurose in tutto il mondo, stanno cercando di capire le implicazioni di un protocollo che consente ai comuni mortali di fabbricare la fiducia attraverso una fonte di codice intelligente. Non era mai accaduto prima — transazioni affidabili direttamente tra due o più parti, autenticate dalla collaborazione di massa e alimentate da interessi personali collettivi piuttosto che da grandi aziende motivate dal profitto.
Potrebbe non essere l’Onnipotente, ma una piattaforma globale affidabile per le nostre transazioni. Vogliamo definirla Protocollo della Fiducia.
Questo protocollo è il fondamento di un numero crescente di libri mastri distribuiti a livello globale chiamati blockchain — di cui la blockchain Bitcoin è il più grande. Mentre la tecnologia alla base è complicata, l’idea principale è semplice. Le blockchain ci permettono d’ inviare denaro direttamente e in modo sicuro da me a voi, senza passare attraverso una banca, una società di carte di credito, o PayPal.
Piuttosto che l’Internet delle Informazioni, è l’Internet del valore o del denaro. È anche una piattaforma affinché tutti sappiano ciò che è vero — almeno per quanto riguarda le informazioni registrate. Nella sua forma più semplice, si tratta di un codice open source: chiunque può scaricarlo gratuitamente, eseguirlo e utilizzarlo per sviluppare nuovi strumenti per la gestione delle transazioni online. Ha il potenziale di generare nuove e innumerevoli applicazioni, e la funzionalità di trasformare molte cose.
Le grandi banche e alcuni governi stanno implementando le blockchain come libri mastri distribuiti per rivoluzionare il modo in cui vengono memorizzate le informazioni e avvengono le transazioni. I loro obiettivi sono lodevoli — velocità, minor costo, sicurezza, meno errori e l’eliminazione dei punti centrali di attacco e fallimento. Questi modelli non comportano necessariamente una criptovaluta per i pagamenti.
Tuttavia le blockchain più importanti e di vasta portata si basano sul modello di Bitcoin. Ecco come funzionano.
Bitcoin, o qualsiasi altra valuta digitale, non viene salvata in un file da qualche parte; è rappresentata da transazioni registrate in una blockchain — un po’ come un foglio di calcolo globale o libro mastro, il quale sfrutta le risorse di una grande rete peer-to-peer per verificare e approvare ogni transazione. Ogni blockchain, come quella che utilizza Bitcoin, è distribuita: funziona su computer di tutto il mondo; non esiste un database centrale. La blockchain è pubblica: chiunque può visualizzarla in qualsiasi momento, perché risiede nella rete, non all’interno di una singola istituzione incaricata di operare revisioni e conservare i dati. E la blockchain è criptata: utilizza una crittografia a chiave pubblica e privata — come il sistema a due chiavi per accedere ad una cassaforte — per mantenere la sicurezza virtuale. Non è necessario preoccuparsi dei firewall deboli di Target o Home Depot, o di un membro dello staff di Morgan Stanley o del governo federale degli Stati Uniti.
Ogni 10 minuti tutte le transazioni effettuate vengono verificate, eliminate e memorizzate in un blocco che è collegato al blocco precedente, creando una catena. Ogni blocco deve far riferimento al blocco precedente affinché sia considerato valido. Questa struttura memorizza permanentemente gli scambi di valore, impedendo a chiunque di modificare il libro mastro. Se si volesse rubare un bitcoin, bisognerebbe riscrivere tutta la storia della moneta sulla blockchain. Questo è praticamente impossibile. La blockchain è un libro mastro distribuito che rappresenta un consenso della rete su ogni transazione avvenuta. Come il World Wide Web d’ informazioni, questo è il World Wide Web del valore — distribuito su un libro mastro che tutti possono scaricare ed eseguire sul proprio personal computer.
Alcuni studiosi hanno sostenuto che l’invenzione della partita doppia abbia permesso l’ascesa del capitalismo e dello stato-nazione. Questo nuovo registro digitale delle transazioni economiche può essere programmato per registrare praticamente qualsiasi cosa abbia valore e importanza per l’umanità: certificati di nascita e morte, atti e titoli di proprietà, conti finanziari, voti, provenienza del cibo, e qualsiasi altra cosa che può essere espressa in codice informatico.
La nuova piattaforma permette una riconciliazione in tempo reale di documenti digitali per quanto riguarda praticamente tutto. In realtà, presto miliardi di cose intelligenti nel mondo fisico rileveranno, risponderanno, comunicheranno e condivideranno dati importanti, facendo praticamente tutto: dal proteggere il nostro ambiente al gestire la nostra salute. Questo Internet di Tutto ha bisogno di un Libro Mastro di Tutto. Affari, commercio e l’economia hanno bisogno di un Risveglio Digitale.
Allora perché dovremmo preoccuparcene? Crediamo che la verità ci possa rendere liberi e la fiducia distribuita inciderà profondamente sulle persone in tutti i ceti sociali. Potreste essere un consumatore che vuole sapere da dove proviene la carne di un hamburger. Potreste essere un immigrato che è stufo di pagare troppe tasse per mandare i soldi ai propri cari. Potreste essere un operatore umanitario che ha bisogno d’identificare i titoli di proprietà di un terreno in modo da poter ricostruire le case dopo un terremoto. O un cittadino stufo della mancanza di trasparenza e di responsabilità dei leader politici. O un utente di social media che necessita di privacy e pensa che i propri dati condivisi valgano qualcosa. Proprio mentre scriviamo, gli innovatori stanno costruendo applicazioni basate sulla tecnologia blockchain che serviranno a soddisfare questi fini. E sono solo l’inizio…”
BVT
bitcoin, blockchainWebinar gratuito sul tema “CryptoVirus e Cryptoloker”
Una news che vale la pena diffondere, fosse solo perché manca formazione specifica a riguardo: Achab, distributore italiano di software e soluzioni per le PMI ha organizzato un webinar gratuito sul tema “CryptoVirus e Cryptoloker”.
La trasmissione (ricordiamo completamente gratuita, basta registrarsi) inizierà a partire dalle 11 del prossimo martedì 15 dicembre e sarà tenuto da Claudio Panerai, CTO di Achab e Alessio Urban, Tech Support Manager di Achab. Tutti i dettagli nella pagina dedicata del sito Achab cliccando qui.
Un’occasione in più per poter approfondire il problema che purtroppo ha fatto, di riflesso, conoscere a tante aziende e privati il bitcoin come moneta 🙂
Buon lavoro e grazie al team di Achab
BVT
cryptoloker, gratuito, webinar